Sono un consulente aziendale, un coach e un consulente filosofico. Mi occupo di persone e organizzazioni. Qui scrivo di come cambiare le une e le altre. In particolare, ma non solo, con le pratiche filosofiche. Perchè, come dice Wittgenstein, "compito della filosofia è mostrare alla mosca come uscire dalla bottiglia". E... giusto per essere chiari: qui le mosche siamo noi. Per chi desidera scrivermi c'è l'e-mail paolo.cervari@gmail.com, mentre per saperne di più su ciò che faccio c'è www.cervari-consulting.com.

Cerca nel blog e nei links

mercoledì 27 ottobre 2010

Potere e dominio

"Le relazioni di potere non sono qualcosa di cattivo da cui bisogna affrancarsi; credo che non possa esistere una società senza relazioni di potere, se queste vengono intese come strategie attraverso cui gli individui cercano di condurre e determinare la condotta degli altri. Il problema non è, dunque, di cercare di dissolverle nell’utopia di una comunicazione perfettamente trasparente, ma di darsi delle regole di diritto, delle tecniche di gestione e anche una morale, un ethos, la pratica di sé, che consentano, in questi giochi di potere, di giocare con il minimo possibile di dominio".

Michel Foucault, L'ethique du souci de soi comme pratique de la liberté

Vitalità della morte

"Il sentimento del nulla è il sentimento di una cosa morta e mortifera. Ma se questo sentimento è vivo (...), la sua vivacità prevale nell'animo (...) alla nullità della cosa che fa sentire, e l'anima riceve vita (se non altro passeggera) dalla stessa forza con cui sente la morte perpetua delle cose, e la sua propria",

Giacomo Leopardi, Zibaldone

lunedì 18 ottobre 2010

Umanimali

"L'uomo ha grande discorso, del quale la più parte è vano e falso. Li animali l'hanno piccolo, ma utile e vero, e meglio è la piccola certezza che la grande bugia"

Leonardo da Vinci, Scritti

martedì 5 ottobre 2010

Vita e sovranità

Che cos'è la sovranità? E che rapporto ha con la vita? Il sovrano era colui che aveva diritto di vita e di morte... concezione più forte di quel che può sembrare a tutta prima, giacchè per esempio secondo quanto Rousseau scrive nel suo Le contrat social, "la vita non è (...) un beneficio incondizionato della natura, ma un dono condizionato dello Stato" (il maiuscolo è suo, ovviamente). Capito? La vita non è tua, ma un dono che ti fa lo Stato. Il che sembra incredibile, perchè non vedo come lo stato possa procreare - alzi la mano chi tra voi ragazze ha giaciuto con lo stato! Ancora più incredibile che con Dio... Tant'è che se è vero, come è vero che lo stato ha (aveva...? mah....) potere di morte, poteva in realtà darti la vita solo dopo che te l'aveva tolta, con una condanna, concedendoti una grazia (termine le cui risonanze teologiche conosciamo bene...). Insomma il potere dello stato, a ben vedere, è solo di morte, il resto è un bluff, un gioco di prestigio in cui ti si (ri)dà qualcosa che in realtà non ti hanno tolto mai. Il che forse definisce lo stato e la sovranità: ti fanno paura minacciandoti di morte. Che è precisamente la quintessenza della tirannia. E del resto com'è che oggi ci affanniamo tutti a rimanere giovani e sani, a scongiurare la morte? Forse solo la fine dello stato ci potrà fare uscire da questa... schiavitù, o per meglio dire, minorità. Certo, ci sarebbe da dire che cos'è la vita... lo farò in un altro post. Ma posso anticipare che definirla o vederla come "non morire" è abbastanza riduttivo (anzi, molto pericoloso)... e mi ricorda un topo impaurito.