Sono un consulente aziendale, un coach e un consulente filosofico. Mi occupo di persone e organizzazioni. Qui scrivo di come cambiare le une e le altre. In particolare, ma non solo, con le pratiche filosofiche. Perchè, come dice Wittgenstein, "compito della filosofia è mostrare alla mosca come uscire dalla bottiglia". E... giusto per essere chiari: qui le mosche siamo noi. Per chi desidera scrivermi c'è l'e-mail paolo.cervari@gmail.com, mentre per saperne di più su ciò che faccio c'è www.cervari-consulting.com.

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mercoledì 7 ottobre 2009

Non si parlano

Sto lavorando a un intervento sui conflitti in seno a un’organizzazione e mi sono imbattuto nella seguente affermazione di Peter F. Drucker: “Tutte le volte che io, al pari di qualunque altro consulente, inizio a lavorare con un'organizza­zione, la prima cosa di cui sento parlare sono i conflitti di perso­nalità. In genere questi conflitti derivano dal fatto che le persone non sanno che cosa fanno gli altri e come svolgono il loro lavoro, o su quale contributo si concentrano gli altri e quali risultati si aspettano. E la ragione per cui non lo sanno è che non l'hanno mai chiesto e quindi non gli è mai stato detto.” Capito l’arcano? Uno dei più celebri consulenti e pensatori di management del mondo ci dice che il problema sta nel fatto che la gente non si parla. Perchè? La risposta di solito è: “abbiamo altro da fare”, ed è sottinteso che questo “altro” (obiettivi, performance ecc.) è più importante. Ciò mi porta a pensare che gran parte dei problemi delle organizzazioni sarebbero risolvibili da una buona madre di famiglia. Quello che manca è un po’ di buon senso, una visione complessiva delle cose e la voglia di trarne le conseguenze. Ma di questi tre elementi quale è il più critico, o il più difficile a effettuare? Dalla risposta a questa domanda dipende molto di come si pensa il lavoro con le organizzazioni....

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