Che cos'è la sovranità? E che rapporto ha con la vita? Il sovrano era colui che aveva diritto di vita e di morte... concezione più forte di quel che può sembrare a tutta prima, giacchè per esempio secondo quanto Rousseau scrive nel suo Le contrat social, "la vita non è (...) un beneficio incondizionato della natura, ma un dono condizionato dello Stato" (il maiuscolo è suo, ovviamente). Capito? La vita non è tua, ma un dono che ti fa lo Stato. Il che sembra incredibile, perchè non vedo come lo stato possa procreare - alzi la mano chi tra voi ragazze ha giaciuto con lo stato! Ancora più incredibile che con Dio... Tant'è che se è vero, come è vero che lo stato ha (aveva...? mah....) potere di morte, poteva in realtà darti la vita solo dopo che te l'aveva tolta, con una condanna, concedendoti una grazia (termine le cui risonanze teologiche conosciamo bene...). Insomma il potere dello stato, a ben vedere, è solo di morte, il resto è un bluff, un gioco di prestigio in cui ti si (ri)dà qualcosa che in realtà non ti hanno tolto mai. Il che forse definisce lo stato e la sovranità: ti fanno paura minacciandoti di morte. Che è precisamente la quintessenza della tirannia. E del resto com'è che oggi ci affanniamo tutti a rimanere giovani e sani, a scongiurare la morte? Forse solo la fine dello stato ci potrà fare uscire da questa... schiavitù, o per meglio dire, minorità. Certo, ci sarebbe da dire che cos'è la vita... lo farò in un altro post. Ma posso anticipare che definirla o vederla come "non morire" è abbastanza riduttivo (anzi, molto pericoloso)... e mi ricorda un topo impaurito.
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martedì 5 ottobre 2010
mercoledì 29 settembre 2010
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"Il numero della politica - quando è in gioco la vita - non è l'Uno, ma il Due."
Roberto Esposito, Pensiero vivente
Roberto Esposito, Pensiero vivente
Identità e complessità
Ma se l'uomo inventa se stesso ed è "faber fortunae suae" (a chi lo si deve attribuire? ...di certo era in voga nel Rinascimento), allora qual'è la sua identità? Ovvero che identità è modificarla? In realtà è proprio da questo che nascono molte delle cose che mi piacciono: il gioco, l'arte, i paradossi, la complessità, le cornici, le cornici di cornici, le cornici di cornici di cornici (et coetera), la schizofrenia, ceci n'est pas une pipe, il teorema di Godel, io sto mentendo e la distinzione (?) tra uso e menzione. Per chiarire: da ragazzo giocavo benino a scacchi ma poi mi sono disamorato: tanta potenza di calcolo, ma... (che noia) unilineare!
L'uomo
L'uomo
"Nec certam sedem, nec propria faciem, nec munus ullum peculiare".
Pico della Mirandola, De hominis dignitate
"Nec certam sedem, nec propria faciem, nec munus ullum peculiare".
Pico della Mirandola, De hominis dignitate
lunedì 20 settembre 2010
La verità
"La verità è una cosa meravigliosa e terribile, e per questo va trattata con cautela". Chi l'ha detto? Ti soprenderò: l'ha detto Albus Silente, preside della Scuola di Magia di Hogwarts e mentore di Harry Potter. Cosa intendeva dire? Ci sarebbe da scrivere un trattato... Allora sfrondo, come diceva Foscolo nei Sepolcri parlando di Machiavelli che a sua volta, nella fattispecie, parlava degli "onori" dei principi (nel suo Il Principe). In primo luogo non esiste la verità. Poi, ce n'è di diversi gradi e qualità (la proposizione 2+2 fa 4 ha un regime di verità diverso dalla proposizione "ti amo", per non parlare di "stai tradendo la mia fiducia", oppure di "quella ragazza è molto bella"). Quindi, la verità, in occidente per lo meno, ovvero nella filosofia, viene detta (e quindi bisogna assumersene la responsabilità). Infine, la verità è spesso relativa, il che non vuol dire affatto che non esista - tant'è vero che prendiamo appuntamenti, ci fidiamo degli altri (di alcuni) e abbiamo aspettative più o meno ragionevoli (ovvero vere) sui comportamenti altrui. Da tutto quanto sopra consegue per l'appunto che la verità sia "meravigliosa e terribile", perchè ci obbliga a essere coerenti con quanto diciamo... e non solo quando prendiamo appuntamenti. La verità è sfuggente, seduttiva, parziale e sempre a venire: è come la Sfinge, che non a caso poneva indovinelli che avevano per posta la vita. Ma perchè ho citato Silente? Sto scrivendo su Harry Potter, saga straordinaria e molto più filosofica di quanto si possa immaginare. Il tema? La morte, che se ci fai caso, leggendo tra le righe, con la verità va a braccetto.
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domenica 29 agosto 2010
Filosofia
"La filosofia è un bene comune: ogni cittadino ha la capacità e il diritto di parteciparvi."
Ermanno Bencivenga, La filosofia come strumento di liberazione
Ermanno Bencivenga, La filosofia come strumento di liberazione
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sabato 28 agosto 2010
La vita dell'uomo
“La vita dell’uomo non si chiude nella figura del cerchio: in lui principio e fine non si toccano. L’uomo è un cerchio mancato, incompiuto, un arco: l’arco della vita, appunto. Questo ci dice la lingua ancor prima dell’esperienza, la parola ancor prima dell’idea: infatti per una meravigliosa e tremenda ambiguità linguistica la parola greca bios accentata sulla prima vocale (bìos) significa “vita”, sulla seconda vocale (biòs) significa “arco” (v. Eraclito, fr. 48 Diels-Kranz).” Sono le belle parole con cui Ivano Dionigi conclude il suo scritto Cotidie Morimur, nel libro collettivo Morte, fine o passaggio (BUR 2007), cui vorrei aggiungere una riflessione: è vero, nella vita umana inizio e fine non si toccano, ma se essa è un arco, sono unite dalla corda, che le mette in tensione tra loro, unendole con qualcosa che certo non è la vita stessa. Che cosa sia questa corda è materia su cui riflettere. Ma anche e soprattutto vale la pena di chiedersi, dato che con questa corda si scaglia la freccia, cosa sia la freccia. E dove vogliamo scagliarla… se ci riusciremo.
Innovare
"Assegnare ai pianificatori la responsabilità di creare strategie è come chiedere a un muratore di scolpire una Pietà di Michelangelo"
Gary Hamel, Leader della rivoluzione
Gary Hamel, Leader della rivoluzione
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